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Rendere la transizione energetica un motore di sviluppo industriale. La strategia di Edison Next secondo l’ad Giovanni Brianza


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Le aziende manifatturiere italiane affrontano tre ostacoli principali: costi energetici molto più alti rispetto a UE e Usa, tassazione elevata sulla CO₂ in forte crescita e un quadro normativo europeo più rigido rispetto ai concorrenti globali. Questi fattori penalizzano la competitività dell’industria nazionale. Tuttavia, lo studio “Industria e decarbonizzazione: quale competitività tra scenari futuri ed evoluzione tecnologica”, realizzato da Edison Next e Bcg, propone soluzioni concrete per colmare questo gap competitivo. Edison Next è la società del Gruppo Edison che accompagna clienti e territori nel loro percorso di decarbonizzazione e transizione ecologica. Giovanni Brianza è l’amministratore delegato di Edison Next e guida la strategia industriale per accompagnare i clienti nella transizione ecologica e digitale. Lo studio è focalizzato su cinque settori energivori: acciaio, chimica, cemento, carta e ceramica.

Ma quali soluzioni propone? Da diversi anni, si lavora su efficienza energetica – che permette l’ottimizzazione dei processi di carta, ceramica e acciaio, con un impatto più rilevante nel settore dell’acciaio come il preriscaldo del rottame –, ed elettrificazione – rilevante per settori come acciaio, ceramica e carta – e all’economia circolare – che è una leva di decarbonizzazione soprattutto per il settore del cemento, grazie all’utilizzo di materiali riciclati e all’ottimizzazione delle risorse. Ad oggi, il focus è legato allo sviluppo di biometano – che rappresenta un’opportunità per i settori della chimica, acciaio, carta e ceramica al 2030 in sostituzione al gas naturale, e cattura, uso e stoccaggio della CO₂ (Ccus) – che è fondamentale per alcune tipologie di impianti industriali (es. esempio il cemento) come dimostrato da alcuni progetti in corso in Europa.

«L’analisi presenta un insieme di soluzioni tecnologiche e strategiche per rendere sostenibile e competitiva la transizione energetica dell’industria italiana» – afferma Brianza. Tra queste, l’efficienza energetica, l’elettrificazione dei processi, l’economia circolare, lo sviluppo di biometano e le tecnologie Ccus per la cattura della CO₂. In prospettiva 2040, entrano in gioco idrogeno e nuovo nucleare. Tutte queste soluzioni sono mirate a ridurre costi ed emissioni.

«L’obiettivo dello studio», spiega Giovanni Brianza, «è analizzare l’impatto delle politiche di transizione energetica sulla competitività del nostro sistema industriale, confrontando l’Italia con i principali competitor europei ed extra-europei. Abbiamo stimato l’evoluzione prevista dei prezzi energetici e della CO₂ da qui al 2030, individuato le tecnologie disponibili per ogni settore, e calcolato l’effetto che questi fattori avranno sui costi di produzione. Il nostro scopo è fornire alle imprese italiane una roadmap che sia sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico: un piano concreto che consenta loro di colmare il gap competitivo, trasformando la transizione in un motore di sviluppo industriale».

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Costo dell’energia, prezzo della co₂, vincoli europei: i tre nodi della competitività

Giovanni Brianza, amministratore delegato di Edison Next.

Quanto al citato costo dell’energia, da sempre una voce critica per il nostro Paese, i dati sono chiari: al 2030 il prezzo resterà comunque del 10% più alto rispetto alla media UE e fino del 30% rispetto agli Usa. Ancora più critico il tema del gas naturale, che che nel 2030 manterrà un differenziale del 120% rispetto agli Stati Uniti.

Eccoci poi al già menzionato prezzo della CO₂, che in Europa è soggetto a un sistema di tassazione tra i più rigidi al mondo: secondo lo studio entro il 2030 il prezzo delle emissioni crescerà dell’80-85% rispetto al 2025, con conseguenze dirette sui costi produttivi, soprattutto nei comparti energivori.

L’introduzione del Cbam (Carbon Border Adjustment Mechanism), prevista per il 2026, potrà aiutare a ridurre questo divario competitivo sui prodotti importati in Europa, ma la sua efficacia dipenderà da come sarà effettivamente applicato.

Le soluzioni offerte da Edison Next

Si diceva che, tra le tecnologie già disponibili, Edison Next punta su un mix integrato. Innanzitutto, i Power Purchase Agreement (Ppa): contratti di lungo termine per l’acquisto di energia rinnovabile. «I Ppa», spiega Brianza, «consentono alle imprese di stabilizzare i costi energetici e, allo stesso tempo, ridurre la propria impronta carbonica. Sono uno strumento efficace per pianificare gli approvvigionamenti energetici con lungimiranza».

L’altra leva è l’Energy Release: in pratica, si tratta di un meccanismo pensato per calmierare rispetto al mercato il prezzo dell’energia elettrica per le imprese energivore per un periodo di tre anni. In cambio, le aziende si impegnano a restituire tale energia in vent’anni e a costruire nuova capacità da rinnovabili almeno doppia rispetto a quella ricevuta.

Edison Next offre anche soluzioni integrate per la decarbonizzazione, tra cui biometano, idrogeno verde e prodotti di efficienza energetica e opera come una ESco (Energy Service Company), offrendo servizi completi: dalla diagnosi energetica, all’implementazione delle soluzioni e alla manutenzione degli impianti, sostenendone finanziariamente investimenti e costi di gestione.

«Guardando più avanti, verso il 2040, anche l’introduzione dell’idrogeno su larga scala e il nuovo nucleare diventeranno leve fondamentali per garantire sia sostenibilità che sicurezza energetica», prevede Brianza.

H2 Factory: la prima industria a idrogeno verde di lastre in ceramica

Edison Next ha avviato un progetto sull’idrogeno insieme a Iris Ceramica Group. Le due aziende collaborerarnno per lo sviluppo di H2 Factory, il nuovo stabilimento produttivo che rappresenta la prima industria a idrogeno verde di lastre in ceramica.

Tra i progetti più innovativi realizzati da Edison Next, spicca la partnership con Iris Ceramica Group per la realizzazione dello stabilimento H2 Factory a Castellarano, in provincia di Reggio Emilia. Si tratta della prima industria a idrogeno verde di lastre in ceramica.

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Grazie a un impianto da 1 MW alimentato esclusivamente da energia rinnovabile e acqua piovana, sarà possibile produrre circa 132 tonnellate di idrogeno verde all’anno. Questo consentirà un risparmio stimato in 900 tonnellate di CO₂ l’anno. L’impianto è stato pensato per raddoppiare la produzione di idrogeno e alimentare un forno interamente a idrogeno verde, attualmente in fase di studio.

Nel 2024, grazie a un impianto pilota con due elettrolizzatori da 120 kWe, è stata prodotta la prima lastra ceramica tecnica 4D al mondo, dove la “quarta dimensione” è la sostenibilità con una miscela composta per il 7% da idrogeno verde e per il restante da gas naturale.

Biometano: una risorsa nel portafoglio energetico

Nel campo dell’economia circolare, Edison Next è attiva nella produzione di biometano con due impianti già operativi e un terzo in costruzione. Ogni anno vengono trattate dalla società oltre 60mila tonnellate di rifiuti organici urbani (FORSU), da cui si ricavano 4 milioni di metri cubi di biometano.

Il caso Michelin a Cuneo: risparmi energetici e ambientali concreti

L’impianto di trigenerazione di Michelin a Cuneo è pronto per utilizzare biometano al 100% ed è già predisposto per l’uso di idrogeno al 10%.

Un altro esempio concreto è rappresentato dall’intervento realizzato presso lo stabilimento Michelin di Cuneo, il più grande d’Europa occidentale del gruppo francese. Qui Edison Next ha installato un sistema di impianti per la decarbonizzazione e l’ottimizzazione dei consumi energetici che ha permesso di ridurre del 30% i consumi energetici rispetto al 2010, anticipando l’obiettivo del 37% previsto al 2030. Le emissioni evitate ammontano a 18mila tonnellate di CO₂ l’anno.

L’intervento comprende una trigenerazione ad alta efficienza da 23 MWe, un sistema integrato di produzione di energia termica con caldaie di cui una a biomassa e tre impianti fotovoltaici con potenza complessiva superiore a 2 MWp. L’intero impianto di trigenerazione è predisposto per funzionare al 100% a biometano e al 10% con idrogeno.

I nuovi Power Purchase Agreement

La prima lastra di ceramica al mondo realizzata con idrogeno verde è stata realizzata da Iris CeramicaGroup ed Edison Next.

Negli ultimi mesi, Edison Next ha firmato due importanti Ppa off-site ventennali. Il primo è con Acciaierie Venete, per un impianto fotovoltaico da 6,7 MWp, capace di produrre 10 GWh e di evitare 3mila tonnellate di CO₂ all’anno. Il secondo è con Agugiaro & Figna, leader nella produzione di farine, per un impianto da 3,2 MWp, che coprirà circa il 20% del fabbisogno energetico degli stabilimenti di Collecchio, Curtarolo e Magione.

A questi si affiancano diversi Ppa on-site, come quelli con Bekaert (impianto da 6,1 MWp a Cagliari), Berco (7,1 MWp a Copparo, Ferrara) e Haupt Pharma (nuovo impianto a Borgo San Michele, Latina).

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La digitalizzazione energetica

Infine, Edison Next sta lavorando nella digitalizzazione energetica, come dimostra il progetto sviluppato con Afv Beltrame Group. L’accordo prevede l’implementazione di Edison Analytics, che si basa su una piattaforma utilizzata per monitorare e ottimizzare i consumi energetici in tutti gli stabilimenti del gruppo. Inoltre consente una rendicontazione precisa dei consumi e delle emissioni e permette di definire strategie energetiche personalizzate e di lungo periodo.



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