In un contesto in cui la pensione pubblica rischia di non garantire un tenore di vita adeguato, la previdenza complementare è diventata uno strumento indispensabile per tutelare il proprio futuro. I cambiamenti demografici, l’instabilità del mercato del lavoro e il progressivo invecchiamento della popolazione mettono sempre più sotto pressione il sistema previdenziale pubblico.
Ecco perché iniziare un risparmio per integrare la futura pensione in anticipo, scegliendo con attenzione lo strumento più adatto, è una decisione fondamentale. Soprattutto per i giovani che, in previsione, avranno un assegno pensionistico, a 70 anni, di gran lunga inferiore a quelli di chi già oggi sono in pensione (mediamente si prevede il 60% dell’ultima retribuzione). Tra le principali opzioni disponibili troviamo i fondi pensione e i PIP (Piani individuali pensionistici), due soluzioni diverse, ma con lo stesso obiettivo: costruire una rendita integrativa per la pensione.
COS’È UN FONDO PENSIONE
I fondi pensione sono strumenti collettivi di risparmio previdenziale, istituiti da soggetti autorizzati e gestiti da società di gestione del risparmio (SGR), banche o assicurazioni. Ne esistono due tipologie:
- fondi pensione negoziali (chiusi): riservati a categorie specifiche di lavoratori (ad esempio, metalmeccanici, bancari, insegnanti), sono frutto di accordi collettivi tra sindacati e aziende. L’adesione può prevedere contributi del datore di lavoro, oltre a quelli del lavoratore;
- fondi pensione aperti: accessibili a tutti, sono promossi da banche, SGR o assicurazioni. Sono simili ai PIP per modalità di accesso, ma non prevedono una gestione assicurativa, bensì investimenti in gestioni patrimoniali, tipo fondi comuni di investimento.
Come funzionano
- Nel fondo pensione chiuso il lavoratore versa il proprio Tfr e, a sua scelta, una percentuale della propria retribuzione lorda; così facendo, il datore di lavoro è tenuto a versare in suo favore un contributo aggiuntivo, stabilito dal ccnl di riferimento.
- Il fondo pensione aperto è alimentato da un contributo “libero”, cioè a scelta dell’aderente; l’importo può essere annualmente variato, prevedendo anche importi aggiuntivi straordinari. Nel caso di lavoratori dipendenti che non vogliano aderire al fondo negoziale, è possibile chiedere alla propria azienda di fare confluire nel fondo aperto il Tfr che matura annualmente, ma non si ha diritto al contributo ulteriore da parte dell’azienda stessa.
- È possibile scegliere la linea d’investimento (garantita, bilanciata, azionaria).
- Il capitale accumulato viene convertito in rendita al momento della pensione. La normativa prevede la possibilità di ottenere la prestazione in forma di capitale per un massimo del 50% del valore maturato.
- È data la possibilità di ottenere anticipazioni di liquidazione in forma di capitale, in determinate casistiche (necessità di sostenere spese mediche gravi; dopo otto anni, acquisto o ristrutturazione della prima casa per sé e per i figli nella misura massima del 75% oppure del 30% senza motivazioni particolari).
Punti di forza
- Contributo del datore di lavoro, se previsto.
- Bassi costi di gestione, soprattutto nei fondi negoziali.
- Gestione trasparente e controllata dalla Covip.
COS’È UN PIP
Il Piano individuale pensionistico è una forma di previdenza complementare individuale regolata da un contratto di assicurazione sulla vita di tipo previdenziale. Viene proposto da compagnie assicurative e consente a ogni singolo aderente di versare contributi in modo volontario, scegliendo tra diversi comparti di investimento, con profili di rischio differenti.
Caratteristiche principali
- Adesione individuale, aperta a tutti, anche a chi non lavora.
- Gestione assicurativa, con possibilità di garanzie sul capitale.
- Scelta tra più linee di investimento, in base alla propensione al rischio.
- Possibilità di versamenti liberi o programmati, con importi variabili.
A chi è rivolto
I PIP sono particolarmente adatti a lavoratori autonomi, liberi professionisti o persone senza un lavoro stabile, che non possono aderire a fondi pensione negoziali o non vogliono vincoli rigidi. Vedi per esempio l’offerta del fondo pensione PIP Moneyfarm.
Vantaggi
- Massima flessibilità nei versamenti.
- Possibilità di garanzie sul capitale, soprattutto nelle linee più conservative.
- Possibilità di designare beneficiari in caso di decesso.
PIP VS FONDI PENSIONE: IL CONFRONTO
Per capire quale sia la soluzione più adatta, è utile mettere a confronto PIP e fondi pensione secondo alcuni criteri chiave:
Caratteristica | Fondo pensione | PIP |
Gestione | Finanziaria (SGR, banca, assicurazione) | Assicurativa |
Destinatari | Dipendenti (negoziali), chiunque (aperti) | Chiunque, anche senza lavoro |
Versamenti | Di norma mensili o da Tfr | Libera scelta |
Flessibilità | Media | Alta |
Garanzie
sul capitale |
Non presenti, dipendono dal comparto scelto, limitate a un orientamento molto prudente e finalizzato alla conservazione del capitale | Possibili, specie nelle linee conservative |
Costi | Più contenuti nei fondi negoziali | In genere più elevati |
Fiscalità | Agevolazioni su contributi e rendimenti identiche a quelle dei PIP | Agevolazioni su contributi e rendimenti identiche a quelle dei fondi pensione |
In particolare, in Italia, la fiscalità per i fondi pensione negoziali, aperti e i PIP è strutturata per incentivare la previdenza complementare. È uguale per tutti e ha queste principali caratteristiche fiscali:
- contributi: i contributi versati sono deducibili dal reddito imponibile fino a € 5.164,57 all’anno;
- rendimenti: i rendimenti maturati sono tassati con un’aliquota del 20%, ridotta al 12,5% per i rendimenti derivanti da titoli di Stato;
- prestazioni: le prestazioni pensionistiche sono tassate con un’aliquota che varia dal 15% al 9%, in base agli anni di partecipazione al Fondo o al Piano.
QUANDO CONVIENE UNO E QUANDO L’ALTRO
- Il fondo pensione negoziale è ideale per i lavoratori dipendenti che possono beneficiare anche del contributo del datore di lavoro.
- Il fondo pensione aperto può essere una via intermedia per chi desidera un’alternativa più economica al PIP.
- Il PIP è adatto a chi cerca massima flessibilità, ha una carriera discontinua o lavora in proprio e soprattutto desidera avere una gestione patrimoniale molto prudente, senza correre particolari rischi di perdite in alcune fasi del life cycle.
Come orientarsi nella scelta?
Ci sono alcuni criteri fondamentali da considerare:
- età: prima si inizia, maggiore sarà il capitale accumulato grazie alla capitalizzazione composta. È da ricordare che anche i minorenni o maggiorenni, ma ancora fiscalmente a carico, possono aderire ai fondi pensione aperti e/o ai PIP: tipicamente, un genitore funge da soggetto pagatore del contributo a favore del/la figlio/a, sfruttando il beneficio fiscale di deduzione dal reddito previsto dalla legge (che include però anche un eventuale versamento del genitore a una propria forma pensionistica complementare);
- situazione lavorativa: i dipendenti possono valutare i fondi chiusi, mentre autonomi e precari potrebbero preferire un PIP;
- mobilità: se si cambia spesso lavoro o settore, meglio soluzioni trasferibili come i PIP o i fondi aperti; ma ricordiamo che anche il trasferimento è ammesso anche per i fondi negoziali;
- propensione al rischio: entrambi gli strumenti offrono comparti con diversi gradi di rischio. I PIP, come detto, sono preferibili per chi desidera maggiore sicurezza nel tipo di investimento, scontando magari una redditività inferiore nei periodi favorevoli del mercato finanziario;
- reddito disponibile: in base alla capacità di risparmio, si può optare per versamenti fissi o liberi.
Come scegliere la soluzione più adatta
La scelta tra un fondo pensione e un PIP dovrebbe partire da un’analisi dei propri bisogni previdenziali e da una pianificazione di lungo periodo. È importante definire il proprio orizzonte temporale e la strategia di investimento, verificare i costi (caricamenti, commissioni di gestione), valutare la trasparenza e l’affidabilità del gestore e considerare l’eventuale vantaggio fiscale: i contributi versati (fino a 5.164,57 euro annui) sono deducibili dal reddito imponibile.
È quindi necessario informarsi adeguatamente, anche utilizzando la consulenza dei vari specialisti presenti sul mercato.
Conclusione
Scegliere tra PIP e fondi pensione non è una questione di “meglio o peggio”, ma di coerenza con il proprio profilo personale e professionale. L’importante è non rimandare: ogni anno perso, significa minore capacità di accumulo e più incertezza per il futuro. La previdenza complementare è uno strumento potente, a patto di usarlo con consapevolezza.
Inizia oggi a costruire il tuo risparmio per la pensione: il momento giusto è adesso.
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