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Mercati deboli dopo il taglio di Moody’s sul rating del credito USA


Anche Moody’s Ratings ha abbassato di un livello il rating del debito sovrano degli Stati Uniti da Aaa ad Aa1. Alla base della scelta ci sarebbero i 36mila miliardi di dollari di debito pubblico e i sempre più probabili tagli alle tasse che vedrebbero una copertura solo parziale dagli altri provvedimenti. Costosi anche i progetti su transizione ecologica e welfare.

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Una notizia che ha portato i mercati asiatici ad una chiusura in negativo e quelli europei ad un’apertura debole. Inoltre su Piazza Affari pesano anche gli stacchi delle varie cedole.

Intanto il presidente USA Donald Trump tira le somme del suo recente viaggio nei paesi Arabi. Oltre ai tanti accordi siglati con l’Arabia Saudita, si registrano anche quelli chiusi con gli Emirati Arabi Uniti. Con Riad l’intenzione è quella di dare il via ad una serie di investimenti per circa 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti cifra che, come confermato da Bin Salman poteva essere aumentata fino a 1 trilione di dollari. Diversi i settori e le aziende coinvolte, tanto che ad accompagnare Trump nella sua visita c’erano più di 30 tra ceo e dirigenti multinazionali e banche.

Economia

5 Aprile 2025

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Da Larry Fink di BlackRock a Stephen Schwarzmann di Blackstone, passando per Jane Fraser di Citigroup, Jensen Huang di Nvidia, Andy Jassy di Amazon, Sam Altman di OpenAI e anche John Elkann di Stellantis. Voce a parte per quanto riguarda l’accordo nel settore della difesa in cui è previsto che Arabia Saudita acquisti armi e sistemi di difesa americani per un valore di circa 142 miliardi di dollari. Importanti iniziative anche nel settore energetico con Saudi Aramco intenzionata a investire 3,4 miliardi di dollari nell’espansione della sua raffineria negli Usa, integrandola con i prodotti chimici mentre il fondo sovrano saudita è pronto a ordinare a Boeing circa 30 aerei civili modello 737 Max (nello specifico 20 aerei, con un’opzione per altri dieci).

Le intese siglate con gli Emirati Arabi Uniti, invece, permetteranno a questi ultimi di acquistare da aziende americane alcuni dei semiconduttori per l’intelligenza artificiale più avanzati al mondo come confermato dallo stesso Trump in un discorso da Abu Dhabi e dovrebbe richiamare un presunto accordo preliminare con gli Emirati Arabi Uniti che consentirebbe loro di importare 500.000 chip H100 di Nvidia all’anno, i chip più avanzati prodotti dall’azienda americana. Il tutto nonostante le diverse restrizioni imposte, per motivi di sicurezza nazionale, sui chip AI che presto potrebbero essere revocate come dichiarato più volte dal tycoon.

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L’accordo rientra nel piano degli Emirati Arabi di diventare leader mondiale per le infrastrutture sull’intelligenza artificiale. Ma come è noto, l’intelligenza artificiale non si limita al semplice campo dei chip dal momento che la sua applicazione copre moltissime settori. Uno tra questi è quello della ricerca medica dove a suo tempo, per la precisione con l’arrivo della pandemia, venne ampiamente usata nello sviluppo dei vaccini diventato, ora, un investimento spinoso.
Negli USA, infatti, l’mRna, la tecnologia alla base dello sviluppo dei vaccini è sotto attacco, minato, tra le altre cose, dalle nuove direttive dei vertici dell’amministrazione Trump sui vaccini. Una posizione che, al di là delle polemiche, mette a rischio la leadership del settore biomedicale a stelle e strisce.

Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca si era profilata una strategia favorevole agli investimenti nel settore dall’Intelligenza Artificiale, settore che, come è noto, investe molti rami della produzione, compreso quello medico e, nello specifico, quello riguardante le ricerche e i progetti di sviluppo indirizzati verso l’implementazione degli studi sull’mRna. Inizialmente la volontà di Larry Ellison, magnate della tecnologia, puntava allo sfruttamento dell’Ai per la creazione di vaccini personalizzati contro il cancro basati sull’mRna ma la nomina ai vertici del dipartimento della salute di Robert F. Kennedy Jr., notoriamente contrario a questa tecnologia, ha portato ad un brusco rallentamento non solo degli entusiasmi ma anche di tutti i progetti (e i finanziamenti) legati allo stesso mRna.

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Il crollo dei finanziamenti ha portato molte grandi aziende i cui progetti sono focalizzati nell’ambito dei trattamenti a base di mRna verso mercati esteri più aperti. Altre, invece, hanno deciso di modificare l’approccio sfruttando comunque la biotecnologia ma deviando l’attenzione delle autorità su elementi come le applicazioni nell’ambito delle terapie genetiche nel momento in cui i progetti vengono presentati per la richiesta di fondi.

Da specificare che i Nih, ovvero i National Institutes of Health (Istituti Nazionali di Sanità) tra i più importanti finanziatori di ricerche biomediche, vedranno i loro progetti esaminati non più in autonomia ma in collaborazione con il dipartimento per l’efficienza governativa (Department of Government Efficiency) guidato da Elon Musk.


FOTO: shutterstock





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