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Italia mantiene il primato, ma pesa dipendenza da importazioni di materiali


L’Italia resta prima in Ue “per livelli di circolarità” ma soffre una “elevata” dipendenza dalle importazioni di materiali. Il settimo “Rapporto sull’economia circolare in Italia” di Circular Economy Network ed ENEA restituisce, come spiega il comunicato stampa, “una foto contraddittoria, anche se ancora sostanzialmente positiva, dell’economia circolare italiana”.

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Il Rapporto, presentato stamattina, offre un quadro aggiornato dell’andamento dei “principali indicatori di circolarità nel nostro Paese, confrontandoli con quelli delle altre economie europee”. Utilizzando il sistema europeo di indicatori (vedi sotto per la metodologia) l’Italia risulta leader per livello complessivo di circolarità fra le principali economie europee e seconda fra i 27 Paesi UE. La performance migliore è dei Paesi Bassi (70,6 punti), seguita dal nostro Paese con 65,2 punti. La Germania si classifica in terza posizione (60,6 punti). La Francia e la Spagna si trovano in quinta e settima posizione totalizzando rispettivamente, 58,7 e 56,9 punti.

Fonte: CEN – ENEA

“Bene ma non benissimo”, ha commentato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. L’Italia, ha detto, “deve decidere se rafforzare la sua leadership nella circolarità o perdere questo vantaggio”. Vantaggio che va mantenuto “cambiando prospettiva. Oggi si punta troppo sulla gestione dei rifiuti e troppo poco su azioni a monte, come progettare prodotti che durano di più, si riparano facilmente e si possono riutilizzare. Inoltre, il mercato delle materie prime seconde è ancora debole, e mancano strumenti efficaci per monitorare i veri progressi sulla circolarità, che non si misurano solo dai rifiuti”. Per superare questi ostacoli, ha aggiunto, “bisogna rendere più convenienti per tutti, sia per chi produce sia per chi consuma, le scelte sostenibili; usare la leva fiscale per premiare chi riduce gli sprechi e introdurre criteri circolari anche negli acquisti pubblici. L’economia circolare non è solo una buona idea per l’ambiente, ma è un’occasione concreta di innovazione e sviluppo”.

Claudia Brunori, direttrice del dipartimento di Sostenibilità, circolarità e adattamento al cambiamento climatico dei Sistemi Produttivi e Territoriali di ENEA ha sottolinea che “l’Italia si conferma tra i primi in Europa in termini di circolarità, in particolare su produttività delle risorse, riciclo dei rifiuti e tasso di utilizzo circolare dei materiali, rimane invece indietro negli investimenti privati per la circolarità delle attività produttive”. Soprattutto nel presente quadro di incertezza globale, ha aggiunti, “occorre limitare la nostra dipendenza dall’importazione di materiali che è oltre il doppio rispetto alla media europea. Pertanto, risulta urgente l’implementazione di un sistema economico basato su un approccio circolare a partire dall’eco-design e dall’innovazione di prodotto, che garantisca un approvvigionamento sostenibile e sicuro delle materie prime, con particolare riguardo a quelle critiche e strategiche”.

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I primati italiani nella circolarità

Vediamo più nel dettaglio le performance italiane.

PRODUTTIVITÀ DELLE RISORSE. Nel 2023 l’Italia ha raggiunto una produttività delle risorse pari a 4,3 euro di PIL per ogni kg di risorse consumate. Si tratta di un dato nettamente superiore alla media UE (2,7 €/kg) e anche a quella di Paesi come Spagna (4,1 €/kg), Francia (3,5 €/kg) e Germania (3,4 €/kg).

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Fonte: CEN – ENEA

TASSO DI UTILIZZO CIRCOLARE DI MATERIA. L’Italia ha confermato nel 2023 gli ottimi livelli di tasso di utilizzo circolare di materia, facendo segnare un valore pari al 20,8%, a fronte di una media dell’11,8% nell’UE, con una crescita di 2 punti percentuali rispetto al 2019. È la performance migliore tra i principali Paesi europei, seguita dalla Francia (17,6%), dalla Germania (13,9%) e infine dalla Spagna (8,5%).

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RICICLO DEI RIFIUTI. “Ottime le performance dell’Italia anche nella gestione dei rifiuti”, sottolinea il report. Il tasso di riciclaggio dei rifiuti urbani in Italia è cresciuto di 3,2 punti percentuali rispetto al 2019, attestandosi al 50,8% nel 2023. Confrontando le performance dei quattro principali Paesi europei, solo la Germania fa meglio dell’Italia con un notevole 68,2%, mentre risultano peggiori le performance di Francia (42,2%) e Spagna (41,4%).

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CONSUMO DI MATERIALI. Il consumo dei materiali per abitante (11,1 tonnellate nel 2023) è minore della media europea (14,1 t) ma è in crescita, mentre altri Paesi come Germania, Francia e Spagna lo stanno invece riducendo.

INVESTIMENTI. Il report analizza gli investimenti privati effettuati nel 2023 in alcune attività tipiche dell’economia circolare (riciclo, riparazione, riutilizzo, noleggio e leasing). Nell’UE 27 sono stati pari a 130,6 miliardi di euro (0,8% del PIL) mentre L’Italia, con 10,2 miliardi (0,5% del PIL), si colloca al terzo posto dopo Germania e Francia, ma “registra un calo significativo rispetto al 2019: -22% in valore assoluto e -0,2 punti percentuali in rapporto al PIL”.

OCCUPAZIONE. Anche sul fronte occupazionale l’Italia perde terreno in valore assoluto: 508.000 occupati in alcune attività tipiche dell’economia circolare, con un calo del 7% rispetto al 2019. Tuttavia, in rapporto al totale degli occupati, l’Italia si allinea alla media UE del 2%, superando Francia (1,8%) e Germania (1,7%).

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Perché accelerare sull’economia circolare. E come

Ma se siamo così bravi, perché dovremmo impegnarci ancora? Il Rapporto evidenzia come “un aumento della circolarità – con una maggiore efficienza nell’uso delle risorse e un incremento dell’uso di materie prime seconde – può contribuire a rilanciare il made in Italy e migliorare la competitività delle imprese”. CEN ed ENEA ricordano una stima di Cassa Depositi e Prestiti: nel 2024 l’adozione di pratiche circolari ha generato un risparmio di 16,4 miliardi di euro per le imprese manifatturiere, secondo CDP. E poi, ovviamente, ci sono i benefici ambientali che contribuiscono “al percorso di decarbonizzazione e al contrasto alla crisi climatica”. La Commissione europea, spiega il rapporto, stima in 45 miliardi di euro, per i 27 paesi UE, il risparmio annuo dei costi energetici adottando modelli di maggiore circolarità.

Il Rapporto sottolinea, per questa ragione, la “necessità di un’efficace attuazione a livello nazionale delle misure già adottate dall’Unione Europea per la crescita della circolarità”. Ricorda come il Clean Industrial Deal, presentato a febbraio scorso, indichi l’obiettivo di “raddoppiare il tasso di circolarità dell’economia europea, passando dall’11,8% del 2023 al 24% entro il 2030”. Ancora: con il Circular Economy Act, la cui presentazione è prevista nel 2026, “si punterà ad accelerare ulteriormente la transizione”.

Inoltre, sottolineano CEN ed ENEA, è necessaria una “efficace politica industriale” a sostegno degli investimenti delle imprese.

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Indice complessivo di circolarità

Un po’ di metodologia. Il rapporto presenta per la prima volta una classifica sulle performance di economia circolare di tutti i 27 Paesi dell’Unione europea. Per misurare le performance CEN ed ENEA hanno creato “cinque indicatori sintetici per le cinque dimensioni di riferimento indicate dall’EU monitoring framework e un indicatore complessivo che unisce i risultati, al fine di creare un unico indicatore che misuri le performance di circolarità dei paesi”.

Dimensioni e indicatori che le compongono sono stati “selezionati tra quelli più rilevanti del quadro di monitoraggio della Commissione europea”, si legge nel report. Al fine di poterli confrontare, i singoli indicatori “sono stati normalizzati utilizzando la metodologia min-max” attraverso la quale i dati vengono ridimensionati in un intervallo compreso tra 0 e 1. Gli indicatori di sintesi delle cinque dimensioni “vengono ottenuti dalla somma dei singoli indicatori normalizzati e ponendo uguale a 100 il valore massimo. A ognuna delle dimensioni è stato attribuito lo stesso peso, ad eccezione di quella delle materie prime seconde, in quanto composta da un solo indicatore”. Il risultato finale dell’“Indice complessivo di circolarità” è dato dalla media ponderata delle cinque dimensioni.

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Fonte: CEN – ENEA

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