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costruzioni in cambiamento, servono nuove misure



Osservatorio Cresme: meno bonus, ora serve stabilità

Il settore delle costruzioni in Italia, e in particolare in Umbria, sta attraversando una fase di trasformazione profonda. CNA Umbria, attraverso i dati dell’Osservatorio curato dal Cresme Ricerche, ha evidenziato l’urgenza di nuove misure per accompagnare questa evoluzione e sostenere un comparto che, dopo aver contribuito alla ripresa post-pandemica, si trova oggi in un contesto segnato dall’incertezza economica e dalla progressiva riduzione degli incentivi fiscali.

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Secondo quanto illustrato da Roberto Giannangeli, direttore di CNA Umbria, la crescita del comparto potrà avvenire anche senza ulteriore consumo di suolo, puntando sulla rigenerazione urbana e industriale. In tal senso è stata condivisa la scelta dell’amministrazione comunale di Perugia di bloccare l’espansione dell’Ipercoop, decisione motivata dall’inadeguatezza delle infrastrutture viarie già esistenti nella zona. L’obiettivo, secondo CNA, è investire nel recupero e nel riuso, evitando nuove cementificazioni.

L’analisi presentata da Lorenzo Bellicini, direttore di Cresme Ricerche, ha evidenziato che tra il 2019 e il 2023 la maggior parte del volume economico del settore è derivato dal recupero del patrimonio edilizio, che ha rappresentato circa il 73% della produzione complessiva, pari a un valore di 292 miliardi di euro. I bonus edilizi hanno avuto un ruolo determinante in questa dinamica. Tuttavia, con il ridimensionamento degli incentivi già a partire dal 2024, gli investimenti attivati hanno subito una contrazione del 40% rispetto al biennio precedente, mostrando la forte dipendenza del mercato dagli strumenti agevolativi.

Parallelamente, l’ultimo triennio ha visto una crescita rilevante degli investimenti nelle opere pubbliche, alimentata sia dalle risorse del PNRR sia dal programma “Connettere l’Italia”, avviato sotto il governo Renzi. Questi finanziamenti hanno inciso in modo rilevante soprattutto per le grandi opere infrastrutturali, delineando un cambio di passo nella politica nazionale dei lavori pubblici.

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In Umbria, ha spiegato Emanuele Bertini, presidente regionale di CNA Costruzioni, gli incentivi statali, tra cui il Superbonus e la possibilità di usufruire dello sconto in fattura o della cessione dei crediti, hanno generato investimenti pari a circa 5 miliardi di euro tra il 2021 e il 2024. Di questi, 2,3 miliardi sono attribuibili esclusivamente al Superbonus. Tuttavia, l’ultimo trimestre del 2024 ha segnato l’inizio di una fase di flessione, come testimoniato dai dati della Cassa edile di Perugia, che ha registrato un calo nel numero delle imprese attive, negli occupati e nella massa salariale. La tendenza è proseguita anche nel primo trimestre del 2025.

Nonostante ciò, la riduzione prevista per il 2025 è stimata intorno al 7%, un dato contenuto grazie all’elevato numero di cantieri ancora attivi e alla naturale lentezza del ciclo produttivo del comparto. Attualmente, i livelli restano superiori a quelli registrati nel periodo pre-pandemico 2019-2020, sostenuti anche dalla ripresa dei lavori di ricostruzione post sisma del 2016 e dalla presenza di appalti pubblici legati al PNRR. Le risorse mobilitate in Umbria per opere pubbliche si avvicinano complessivamente ai 3 miliardi di euro.

Ciò nonostante, in Umbria permane il nodo irrisolto delle grandi infrastrutture incompiute, tra cui la E78, il Nodo di Perugia, la Tre Valli Umbre e il collegamento con l’alta velocità ferroviaria. Secondo CNA, il completamento di queste opere rappresenta una priorità per la competitività e la connessione del territorio regionale.

Guardando al futuro, Pasquale Trottolini, responsabile regionale CNA Costruzioni, ha posto l’accento su tre grandi direttrici di sviluppo: l’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili, la riduzione dei consumi energetici e il taglio delle emissioni inquinanti. L’obiettivo fissato a livello nazionale è quello di aumentare la quota di energia verde dal 19,2% del 2022 al 39,4% nel 2030. Per l’Umbria ciò significa passare da una capacità attuale di 234 MW a 1756 MW.

Trottolini ha richiamato le indicazioni del Piano nazionale integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), secondo cui il 52% dei risparmi energetici dovrà provenire dal comparto residenziale e il 16% da quello industriale. Questo impone una strategia chiara per promuovere l’efficientamento del patrimonio edilizio esistente. In tale contesto, CNA ha formulato una serie di proposte a livello regionale e nazionale per sostenere la crescita del comparto, segnato dalla transizione verso lavorazioni sempre più specializzate. Per la prima volta, il numero degli addetti delle imprese impiantistiche ha superato quello delle imprese edili tradizionali.

A livello nazionale, ha ribadito Bertini, CNA propone la revisione e stabilizzazione dei bonus edilizi con una visione di medio-lungo periodo e la reintroduzione dello sconto in fattura, soprattutto a vantaggio delle famiglie economicamente più fragili. Inoltre, è richiesta l’individuazione di fondi destinati alla realizzazione e al completamento delle grandi infrastrutture.

Un altro nodo critico riguarda la riprogrammazione dei fondi europei FESR e FEASR. Trottolini ha auspicato un utilizzo più mirato di tali risorse, orientandole alla riqualificazione dei centri storici e delle aree dismesse, al fine di favorire nuova residenzialità. Le proposte comprendono anche la rigenerazione delle aree industriali, artigianali e commerciali interne agli abitati, lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e l’adozione di misure contro il dissesto idrogeologico. Quest’ultimo punto è ritenuto urgente anche in vista dell’obbligo, previsto entro la fine del 2025, per le imprese di dotarsi di polizze contro eventi catastrofali.

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Affinché queste misure siano efficaci, CNA Umbria chiede che siano accompagnate da una semplificazione normativa e dalla definizione puntuale dei piani regionali su energia e rifiuti. La chiarezza degli strumenti e degli obiettivi è considerata fondamentale per rendere attuabili le trasformazioni richieste.

Giannangeli ha infine annunciato che a breve, nell’ambito della nuova programmazione dei fondi strutturali europei, CNA presenterà un pacchetto di proposte dettagliate per rilanciare l’economia regionale. Tali proposte nascono da un’analisi approfondita delle problematiche concrete delle imprese, a partire dalla carenza di personale specializzato, una delle principali criticità del momento.

Secondo CNA, il tempo delle analisi è terminato e serve ora un cambio di approccio: formulare proposte operative, fare scelte concrete e assumere responsabilità per favorire un modello di sviluppo che renda l’Umbria più dinamica, sostenibile e attrattiva per investimenti e nuova occupazione.

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