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«L’Europa non può lasciare indietro nessuno» – Lavocedialba.it


Ogni 9 maggio si celebra la Giornata dell’Europa, nel giorno dell’anniversario della “dichiarazione Schuman”. Quest’anno ricorrono i 75 anni della proposta presentata dal ministro degli Esteri francese Robert Schuman, considerata l’atto di nascita dell’attuale Unione europea. Per l’occasione, tra l’8 e il 10 maggio scorsi si è tenuta la “Festa dell’Europa”: la Rappresentanza della Commissione europea a Milano ha patrocinato “Milano Civil Week” 2025 e il Capo Rappresentanza di Milano, Claudia Colla, è intervenuta a diversi eventi a cui hanno preso parte importanti rappresentanti delle istituzioni.

 

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Il 9 maggio 1950 venivano poste le basi dell’Unione europea con la dichiarazione di Schuman. Settantacinque anni dopo, l’invito all’unità europea è quantomai attuale. Dottoressa Colla, nel corso della manifestazione lei è intervenuta sulla politica di coesione. Qual è l’importanza di questa politica di investimento e come si concretizza?

«Per capire l’importanza della coesione bisogna partire innanzitutto dai numeri. Con oltre 370 miliardi di euro previsti per il periodo 2021–2027, la politica di coesione è il secondo capitolo di spesa del bilancio europeo – secondo solo alla Politica Agricola Comune – e rappresenta una delle più importanti leve strategiche dell’Unione europea. In Italia vale più di 42 miliardi, con una copertura che interessa tutte le regioni. Ma il suo valore non è solo quantitativo: la coesione è il volto concreto dell’Europa nei territori. Ne ho discusso durante l’evento “Cohesion 2050” a Bologna sottolineando come attraverso questi fondi l’Unione europea sostiene progetti su infrastrutture, mobilità, innovazione, formazione, ambiente, imprese e inclusione sociale.

Come ribadito più volte dalla Presidente Ursula von der Leyen, l’Europa non può lasciare indietro nessuno e la politica di coesione gioca un ruolo cruciale in questo. La sua dimensione partecipativa la rende unica: si fonda sul partenariato con le amministrazioni locali, le università, la società civile. La sua efficacia sta nel radicamento al territorio soprattutto nelle regioni con più necessità di sviluppo. Oggi più che mai, in una fase di grandi transizioni, è fondamentale aggiornare e rendere più flessibili questi strumenti come dimostrano i lavori in corso sulla revisione intermedia».

Un momento del programma ha previsto un “focus” sulla Lombardia. Qual è il ruolo della nostra regione all’interno del contesto dell’Unione europea?

«Per la Commissione europea le regioni sono centrali per promuovere uno sviluppo armonioso. Lo fa attraverso politiche specifiche, prima fra tutte la politica di coesione per stimolare la crescita economica, creare posti di lavoro e migliorare la qualità della vita. La Lombardia è uno dei motori d’Europa, non solo in termini economici ma anche per capacità di innovazione, dinamismo imprenditoriale e apertura internazionale. Qui si concentrano eccellenze nella ricerca, nell’industria, nella formazione. Milano e la Lombardia non sono semplici beneficiari delle politiche europee: ne sono interpreti e protagonisti. 

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Durante l’evento “Futuro Direzione Nord” abbiamo discusso con rappresentanti delle istituzioni e del mondo produttivo su tematiche sensibili per il futuro dell’Italia e dell’Europa. L’Unione europea ha bisogno di territori come la Lombardia per attuare le proprie politiche: qui si sperimentano soluzioni avanzate su competitività, energia, mobilità, turismo, semplificazione. In un’Europa che guarda al futuro con ambizione, la Lombardia è una risorsa strategica».

Si è concentrata anche sui primi cento giorni della Commissione europea. Quali sono gli aspetti che meritano di essere rimarcati?

«I primi cento giorni della nuova Commissione europea hanno segnato un avvio molto concreto e coerente con le priorità delineate nel programma politico della Presidente Ursula von der Leyen. Al centro ci sono competitività, sicurezza e democrazia. In questo ambito, due iniziative meritano di essere menzionate: la Bussola per la Competitività e il Patto per l’Industria Pulita. Queste azioni riprendono aspetti cruciali sottolineati nei recenti rapporti pubblicati da Mario Draghi e Enrico Letta. 

La Bussola per la Competitività è uno strumento operativo per indirizzare le politiche industriali europee, monitorare gli indicatori strategici – dalla digitalizzazione all’energia – e sostenere la resilienza economica dell’Unione. Il Patto per l’Industria Pulita rappresenta la visione di un’industria europea sostenibile e innovativa, capace di coniugare decarbonizzazione e crescita.

Tali misure sono parte di un’agenda che vuole riportare l’Europa al centro delle grandi trasformazioni globali, mantenendo uno sguardo alle implicazioni per i territori. È in questa connessione tra visione strategica e attuazione locale che l’Unione europea può rafforzarsi».

Non è mancata un’iniziativa incentrata sullo sport e rivolta agli studenti. Lo sport può essere un veicolo per trasmettere ai più giovani il senso e i valori dell’Europa?

«Assolutamente sì. Lo sport è la metafora più semplice: in campo, come nell’Unione europea, si vince solo giocando di squadra e l’evento dei Trofei di Milano Cortina 2026 ne è stata una testimonianza bellissima. Si è trattato dell’evento conclusivo del progetto educativo “Educazione, Cultura e Sport per Giovani”, iniziato a novembre e che ha coinvolto 51.000 studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado della Lombardia e del Veneto. In occasione della Giornata dell’Europa, più di 8.000 ragazzi e ragazze sono scesi in pista con una fascia da capitano con la bandiera dell’Unione europea. Lo sport ha un potere formativo straordinario: insegna a lavorare insieme, a rispettare le regole, a superare le difficoltà, a celebrare la diversità come una risorsa. Sono gli stessi valori su cui si fonda l’Unione europea.

Iniziative come queste – che rientrano anche nei programmi europei come la Settimana dello Sport #BeActive – sono fondamentali per avvicinare le nuove generazioni al progetto europeo in modo partecipato. Perché un’Europa che si costruisce anche sui campi sportivi è un’Europa più vicina, più inclusiva, più vera!».

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