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Italia leader in refrigeranti naturali, ma anche in idrofluorocarburi


Nella refrigerazione commerciale è urgente una riconversione su larga scala, passando dagli F-gas ai refrigeranti naturali, per centrare gli obiettivi fissati dal nuovo Regolamento Ue. Le proposte di Legambiente

L’Italia è leader mondiale nella produzione di tecnologie dei refrigeranti naturali, ma detiene il primato in Europa per emissioni di idrofluorocarburi (HFC) nel settore della refrigerazione commerciale, continuando ad utilizzare circa 700 tonnellate all’anno di gas fluorurati (F-gas), altamente climalteranti, per la manutenzione di impianti frigoriferi obsoleti (fonte Assocold, il settore di ANIMA Confindustria meccanica varia, che raccoglie i costruttori di tecnologie per il freddo). Un paradosso che rischia allontanare il Belpaese dall’obiettivo europeo della neutralità climatica entro il 2050 e dai target fissati dal nuovo Regolamento (Ue) F-gas 2024/573 (in vigore dall’11 marzo 2024) che prevede l’eliminazione progressiva degli HFC (gli F-gas più comuni nei refrigeranti e nei climatizzatori) entro il 2050 per via del loro elevatissimo potenziale di riscaldamento globale, migliaia di volte superiore a quello della CO₂. Alla luce di questo è urgente una riconversione su larga scala della rete nazionale di punti vendita alimentari, passando da attrezzature obsolete e altamente inquinanti, alimentate da HFC, a impianti moderni basati su refrigeranti naturali (propano, CO₂ e ammoniaca) in grado di ridurre l’impatto climatico diretto di migliaia di volte e migliorare l’efficienza energetica. E occorre farlo speditamente visto che, secondo Assocold, per ogni nuovo punto vendita realizzato con sistemi moderni e sostenibili ce ne sono almeno due ancora operativi che impiegano grandi quantità di F-gas, disperdendo ogni anno tra il 15% e il 25% del proprio contenuto in atmosfera.

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Ad accendere i riflettori sul tema è Legambiente che, in occasione della conferenza stampa presso la Sala Stampa di Palazzo Montecitorio, organizzata in collaborazione con la Vicepresidente VIII Commissione Ambiente della Camera, l’On. Patty L’Abbate, e alla presenza degli On. Erica Mazzetti e Marco Simiani, presenta il report “Per una refrigerazione italiana sostenibile” (pdf) con una roadmap di quattro proposte al Governo per una veloce transizione ecologica dei settori del “freddo e del caldo”:

1) Prevedere nella Legge di Bilancio 2025 incentivi per riconvertire gli impianti di refrigerazione commerciale più vecchi ed altamente clima impattanti (retrofit) con sistemi più efficienti energeticamente e basati su refrigeranti naturali.

2) Avviare una campagna nazionale di informazione e formazione sui refrigeranti naturali, rivolta a cittadini, tecnici, imprese coinvolte nella transizione.

3) Semplificazioni burocratiche per l’uso dei refrigeranti naturali, escludendoli da obblighi previsti per gli F-gas (come iscrizione al portale, pagamento di imposte, accise), pur mantenendo la formazione dei tecnici obbligatoria.

4) Assegnazione di crediti di carbonio alle aziende che ammodernano i propri impianti di refrigerazione, scegliendo soluzioni a basso impatto ambientale (con bassissimo GWP) o refrigeranti naturali. Ogni tonnellata di emissioni di CO₂ equivalente (diretta e/o indiretta) risparmiata genererebbe crediti di carbonio rivendibili, creando così un nuovo incentivo economico per la sostenibilità.

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“Innovazione, sostenibilità e precauzione: tre le parole d’ordine che devono guidare la transizione ecologica del “freddo e del caldo” – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. L’Italia è leader mondiale sia nella produzione di refrigeranti naturali, sia di frigoriferi, celle frigorifere commerciali ed industriali, pompe di calore e tecnologie di condizionamento e riscaldamento, che funzionano con la massima efficienza energetica e che non utilizzano gas fluorurati (F-gas). Abbiamo la tecnologia matura e le conoscenze, serve ora un’azione decisa da parte del Governo, superando la miopia sui refrigeranti naturali, alimentata dalle fake news spesso legata a costi e a rischi ambientali. A questo proposito ribadiamo, rispetto alla commercializzazione di miscele di nuova generazione, la necessità di applicare il principio di precauzione, come l’esempio degli HFO (Idro-Fluoro-Olefine), il cui impatto ambientale è ancora oggetto di studio della comunità scientifica”.

Refrigeranti naturali: vantaggi, falsi miti e tema sicurezza

 I refrigeranti naturali, come CO₂, propano, isobutano e ammoniaca, sono sempre più utilizzati non solo nella refrigerazione, ma anche in settori come le pompe di calore, il raffreddamento dei data center e il teleriscaldamento. Sono sostanze già presenti in natura, privi di impatto chimico che danneggi lo strato dell’ozono e contribuisca al riscaldamento globale. Sono altamente efficienti e con costi contenuti e stabili. A differenza dei gas fluorurati HFC, soggetti a restrizioni europee e forti rincari, i refrigeranti naturali restano ampiamente disponibili. Un tema molto delicato, che spesso alimenta fake news, riguarda la sicurezza, specie legata a quelli infiammabili come gli idrocarburi (come propano, isobutano): normative come la EN 378 e la direttiva ATEX garantiscono standard elevati di sicurezza nella progettazione e manutenzione degli impianti e sono molte le tecnologie innovative che oggi contribuiscono a ridurre ulteriormente i rischi.

Tecnici del freddo, la sfida della formazione

La transizione ecologica nel settore della refrigerazione richiede nuove competenze e apre una sfida decisiva per la formazione tecnica in Italia. Per affrontarla, è fondamentale un investimento strutturato in percorsi professionali capaci di formare tecnici pronti a gestire impianti complessi e tecnologie sostenibili. Tra le buone pratiche quella del centro ASLAM in provincia di Milano, che offre opportunità professionali a giovani da tutta Italia; un’esperienza educativa che facilita l’ingresso nel mondo del lavoro, contribuendo allo sviluppo di un settore strategico, cruciale per affrontare le sfide ambientali e industriali del futuro.

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Ilenia De Simone

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