Arrivano all’Expo di Osaka le tute spaziali italiane. Nel Padiglione Italia, per l’esposizione internazionale, sono state presentate le divise che permettono agli astronavi di evitare la perdita di tessuto muscolare. Flavio Augusto Gentile, amministratore delegato e co-fondatore della società pugliese Rea space, spiega che «sono delle tute che vengono utilizzate all’interno dei velivoli spaziali, mentre le tute extraveicolari sono quelle che vengono utilizzate all’esterno». Quella presentata in Giappone è una tuta «che verrà possibilmente utilizzata per attività planetarie, quindi in ottica delle prossime missioni lunari o marziane» aggiunge Gentile. Una tuta intraveicolare non qualsiasi, spiega l’altro fondatore di Rea space Ilario Lagravinese, ma «sviluppata con una tecnologia specifica che permette di contrastare la perdita di massa muscolare e di tessuto osseo che gli astronauti appunto hanno nelle missioni in microgravità, nello specifico quelle di media e lunga durata».
Le tute sono state presentate nel tech talk “Il futuro della tecnologia spaziale”, presentato al Padiglione Italia per la settimana dedicata alla Puglia. Un talk in cui si sono esplorate le iniziative pubbliche e private per sostenere le start-up spaziali nel loro percorso verso il successo e si è discusso delle migliori politiche per accelerare le start-up e le tecnologie spaziali. «Chiaramente è un compito molto difficile per le start-up trovare fonti di finanziamento continue, anche perché è emerso che spesso c’è un disallineamento tra la loro visione e la comprensione del loro business model da parte degli investitori» spiega Theresa Mulloy, responsabile comunicazione e investimenti esteri Puglia sviluppo.
Fiore all’occhiello è Esa Bic (Business incubation centre) Brindisi, la business innovation center dell’agenzia spaziale, con sede appunto in Puglia, presente al Padiglione Italia con il suo coordinatore Mario Erario. Un incubatore di impresa coordinato dal Dta (Distretto tecnologico aerospaziale) unico avviato dall’Agenzia spaziale europea nell’Italia meridionale a seguito della gara vinta dal Dta, che mette a disposizione una serie di strumenti di servizi a supporto delle start-up nel settore spaziale.
Il programma di supporto alle start-up prevede una serie di incentivi, come un contributo a fondo perduto di 50 mila euro, l’accompagnamento di una squadra di professionisti con esperienza tecnica e manageriale per superare gli ostacoli e l’accesso a laboratori all’avanguardia. Come fiore all’occhiello della Puglia è la Rea space, che ha svelato agli ospiti presenti un’innovativa tuta spaziale intraveicolare che ha vinto anche il prestigioso premio Compasso d’oro.
Tra le realtà presenti anche Innovit (Italian innovation and culture hub), il nuovo centro di innovazione italiano in Silicon Valley, grazie al quale «abbiamo l’opportunità di promuovere ulteriormente la regione Puglia e le sue start-up nel mondo», spiega Alberto Acito, direttore di Innovit. «L’opportunità ci è data in particolare da questo approfondimento sul settore dell’aerospazio», sottolinea Acito, che è uno dei «sei settori verticali che in Innovit dedichiamo al mondo delle start-up e della trazione investimenti e ci concentriamo ovviamente sulle grandi opportunità che la regione mette a disposizione con i suoi cluster, con le sue imprese e le sue anche università di generare innovazione in questo settore strategico».
All’evento hanno partecipato anche Aya Mori, vicedirettrice Acceleration program team Jetro – Startup support division, Francois Poncin, Corporate planning office Spacetide foundation, Shogo Onishi, Ceo e Fondatore Space Quarters, e Kaz Ishigame, Ceo e Co-founder Cislunar technologies.
L’analisi
Secondo le ultime stime del World Economic Forum, l’economia spaziale dovrebbe generare un valore di 1.800 miliardi di dollari entro il 2035, rispetto ai 630 miliardi del 2023, con una crescita media annua del 9,0%, grazie ai continui sviluppi e al miglioramento dell’accesso alle tecnologie spaziali, come le comunicazioni, posizionamento e navigazione, servizi di osservazione della Terra. La Puglia è pronta.
Il successo del Padiglione
Il Nihon Keizai Shimbun (Nikkei) il più autorevole quotidiano economico-finanziario del Giappone, ha di recente pubblicato un’analisi dettagliata sull’impatto delle pubblicazioni online dedicate all’evento. Secondo i dati raccolti dalla piattaforma internazionale Meltwater, tra il 13 e il 29 aprile il Padiglione Italia ha registrato il maggior numero di post su X (ex Twitter) contenenti le parole “Expo” e “Padiglione” superando tutte le altre partecipazioni internazionali, comprese quelle di Francia, Cina e Stati Uniti.
Il motivo di tanto interesse è chiaro: il pubblico giapponese ha reagito con entusiasmo alla possibilità di ammirare dal vivo capolavori autentici come l’Atlante Farnese, la ‘Deposizione di Cristo’ di Caravaggio e i disegni originali di Leonardo da Vinci. Tra i commenti più frequenti, si leggono espressioni di stupore per la presenza di “vere opere d’arte” e di gratitudine per una “esperienza irripetibile”.
Ma il successo del Padiglione Italia non si ferma al passato. Come ha sottolineato il Commissario generale per l’Italia, Ambasciatore Mario Vattani, “è fondamentale non mostrare solo la nostra eredità storica. Il vero obiettivo è trasmettere l’energia dell’Italia contemporanea, dove tradizione e innovazione si fondono”. E proprio questo equilibrio è anche la cifra del progetto firmato dall’architetto Mario Cucinella, che ha immaginato una ‘Città Ideale’ in chiave contemporanea e sostenibile. Oltre all’arte classica, il Padiglione presenta infatti tecnologie all’avanguardia nei settori spaziale, subacqueo, delle scienze della vita e delle energie rinnovabili, unendo ricerca scientifica e cultura in una narrazione coerente e suggestiva. L’iconica statua dell’Atlante che regge il globo celeste ne è il simbolo: un ponte tra la forza della tradizione e la spinta verso il futuro.
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