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Geoeconomia in azione: come El Sheikh Fares Cheikh Moussa guida la partnership tra Europa e mondo arabo – Intervista


(AGENPARL) – Roma, 10 Maggio 2025

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El Sheikh Fares Cheikh Moussa è una figura che unisce rigore, visione strategica e capacità di mediazione interculturale. Attualmente ricopre il ruolo di EMEIA SAP Alliance/Partner Relationship Director presso Ernst & Young, dove guida le operazioni di alleanza e mercato tra Europa, Medio Oriente, India e Africa. In questo contesto, sviluppa strategie congiunte, coordina progetti ad alto impatto e gestisce relazioni istituzionali e corporate a livello multinazionale.

Con oltre dieci anni di esperienza nella pianificazione e nell’esecuzione di programmi di crescita strategica, Sheikh Fares ha operato in ambienti complessi, dalla finanza allo sviluppo infrastrutturale, collaborando con governi, fondi internazionali e grandi imprese nei settori dell’energia, della sanità e dell’innovazione tecnologica. Ha fondato SanitiQ Mechanics, startup specializzata in sistemi di igienizzazione automatizzati per la GDO, in linea con gli standard ESG e normativi europei.

La sua formazione accademica include una doppia laurea in Business Administration, Economia e Finanza, a cui si aggiungono numerose certificazioni nell’ambito delle trasformazioni digitali, dell’analisi dei mercati e delle partnership internazionali. Parla fluentemente italiano, arabo e inglese, con buona padronanza anche del francese e del tedesco.

A questa dimensione professionale si aggiunge un percorso sportivo straordinario: campione mondiale di Thai Boxe per Italia e Libano, vincendo medaglie d’oro in tornei internazionali. Ha inoltre praticato diversi sport a livello competitivo, giocando in squadre italiane di rugby e cricket. Nei 100 metri piani ha raggiunto tempi validi per le fasi di qualificazione alle Olimpiadi di Rio. Un connubio raro di disciplina atletica e visione manageriale che oggi mette al servizio di una missione chiara: rafforzare le relazioni tra Europa e Medio Oriente attraverso progetti concreti, sostenibili e condivisi.

In questa intervista esclusiva rilasciata ad Agenparl, Sheikh Fares condivide la sua visione sul ruolo strategico dell’Italia, sulle opportunità nei Paesi del Golfo e sulla necessità di una diplomazia economica fondata su rispetto, innovazione e cooperazione multilaterale.

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Domanda. Sheikh Fares Cheikh Moussa, la Sua attività diplomatica e imprenditoriale ha contribuito a consolidare rapporti strategici tra Italia e Paesi del Medio Oriente. Quali ritiene siano oggi le leve principali per rafforzare questa cooperazione multilaterale?

El Sheikh Fares. La fiducia è la prima leva. Nessun partenariato può prosperare senza un’autentica costruzione di fiducia reciproca. A questo si aggiunge la necessità di strategie a lungo termine, non legate a progetti estemporanei. Italia e mondo arabo condividono interessi economici, culturali ed energetici: occorre trasformare questa comunanza in accordi strutturati, capaci di produrre valore sostenibile nel tempo. La chiave è una governance congiunta che favorisca sinergie tra pubblico e privato.

Domanda. Alla luce della crescente attenzione verso l’area del Golfo, quali settori ritiene prioritari per un partenariato economico sostenibile tra le imprese italiane e gli Stati GCC?

El Sheikh Fares. Sicuramente l’edilizia sostenibile, le energie rinnovabili, la digitalizzazione e la sanità. I Paesi del Golfo stanno investendo in infrastrutture ad alto impatto, ma cercano competenze, know-how e qualità. L’Italia, con la sua tradizione ingegneristica e la capacità di coniugare tecnologia e bellezza, ha molto da offrire. Anche l’agroalimentare e la formazione accademica rappresentano ambiti in cui possiamo essere protagonisti.

Domanda. Nel Suo operato, il dialogo interculturale ha rappresentato uno strumento chiave. Come valuta oggi il ruolo della diplomazia culturale nei rapporti istituzionali tra Europa e mondo arabo?

El Sheikh Fares. La diplomazia culturale è il fondamento su cui si costruiscono le relazioni politiche ed economiche più solide. Non si può fare business internazionale senza rispetto e conoscenza della cultura dell’altro. Le grandi imprese italiane che riescono a stabilire relazioni durature sono quelle che investono prima di tutto nel dialogo umano e culturale. Le istituzioni dovrebbero incentivare programmi bilaterali che mettano al centro la lingua, le tradizioni e il patrimonio comune.

Domanda. In un contesto globale segnato da trasformazioni geopolitiche ed economiche, quali elementi reputa essenziali per garantire stabilità e continuità nelle relazioni internazionali?

El Sheikh Fares. Oggi più che mai servono visione, ascolto e coerenza. I Paesi del Medio Oriente apprezzano interlocutori affidabili, che mantengono la parola e investono sul lungo periodo. La stabilità nasce anche dalla capacità di affrontare le crisi con diplomazia e buon senso, non con reazioni impulsive. L’Italia ha una reputazione storica molto positiva: bisogna rafforzarla con presenza istituzionale costante e un maggiore supporto all’internazionalizzazione delle PMI.

Domanda. Guardando ai prossimi anni, quali sono gli obiettivi strategici che intende promuovere per incentivare investimenti congiunti e collaborazioni strutturate tra Italia e Medio Oriente?

El Sheikh Fares. Il mio impegno è volto a promuovere piattaforme miste di investimento e di innovazione, dove imprese italiane e fondi del Golfo possano collaborare alla pari. Sto lavorando affinché si creino centri di eccellenza comuni, specialmente nei settori energia, sanità e formazione. Ritengo fondamentale anche valorizzare i giovani: programmi di scambio e start-up binazionali possono rappresentare un nuovo modello di cooperazione vincente per entrambi i mondi.

Dalla gestione di alleanze strategiche in contesti globali complessi alla fondazione di una startup innovativa a impatto ambientale, fino ai successi sportivi di livello mondiale, El Sheikh Fares Cheikh Moussa incarna un modello moderno di leadership trasversale, capace di operare con efficacia tra impresa, istituzioni e cultura.

La sua esperienza in EY, dove coordina le relazioni tra partner strategici su scala EMEIA (Europa, Medio Oriente, India e Africa), e il suo impegno nello sviluppo sostenibile con SanitiQ Mechanics, mostrano come visione, disciplina e competenza possano generare un impatto concreto nel rafforzamento delle relazioni euro-mediterranee.

Nel corso di questa intervista, Sheikh Fares ha delineato un’agenda chiara: facilitare investimenti congiunti, promuovere una diplomazia economica più ambiziosa e valorizzare il ruolo dell’Italia come ponte naturale tra Europa e MENA. Una testimonianza di come il futuro della cooperazione internazionale passi attraverso figure capaci di unire performance e valori, radicamento locale e prospettiva globale.

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