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SICUREZZA SUL LAVORO/ Le scelte per rendere efficaci le proposte del Governo


Nei giorni scorsi Inail ha comunicato che nei primi tre mesi del 2025 gli infortuni mortali sul lavoro sono stati 210 (di cui 59 in itinere e 5 studenti), in aumento rispetto allo stesso periodo del 2024 che ha registrato 191 decessi (di cui 39 in itinere e 2 studenti); che le denunce di infortunio sul lavoro in questo primo trimestre sono state 142.259 (di cui 20.102 in itinere e 25.213 studenti, in diminuzione rispetto al trimestre 2024 dove gli infortuni sono stati 145.130 (di cui 20.230 in itinere e 25.322 studenti).

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Le denunce di malattia professionale protocollate da Inail nel primo trimestre del 2025 sono state 24.419, 1.799 in più rispetto allo stesso periodo del 2024 e le prime tre patologie denunciate sono del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.



Sulla base anche di questi dati, nella giornata di ieri la Premier Meloni ha presentato, prima alle 12 sigle sindacali e poi alle organizzazioni datoriali, le nuove proposte del Governo su salute e sicurezza in ambito lavorativo e finanziate con 650 milioni del bilancio Inail.

Tra i provvedimenti discussi vi è il potenziamento del meccanismo “bonus malus” sui premi versati dalle imprese all’Inail. È una disposizione di carattere preventivo e incentivante in assenza di violazioni legislative in materia di lavoro. L’obiettivo è quello di premiare le aziende più virtuose che investono per incrementare la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, con uno sconto del premio. Inail, in questi anni è sempre stata disponibile a sopportare un mancato incasso di premi fino a 300 milioni annui, cifra superiore alle richieste presentate dalle circa 28.000 imprese che però si sono attestate intorno ai 150 milioni l’anno.

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Le risorse Inail si aggiungono ai 600 milioni del bando Isi (incentivi per la sicurezza e l’innovazione) dello scorso aprile, che sono finanziamenti rivolti in particolare alle Pmi e destinati a progetti di investimento per il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori.

Sono contributi a fondo perduto erogati per la sostituzione di macchinari dell’officina o del cantiere edile oppure per l’acquisto o il noleggio, con patto di acquisto di trattori o macchine agricoli, per quelle aziende dell’agricoltura che aderiscono alla rete di qualità, cioè, soluzioni caratterizzate da tecnologie per l’abbattimento delle emissioni inquinanti, la riduzione del rischio rumore, il miglioramento del rendimento e della sostenibilità delle aziende agricole.

Nel corso della loro vita,  dal 2010 a oggi sono stati destinati, a questi bandi, oltre 4,5 miliardi di euro, ma le erogazioni effettive (alle poche migliaia di imprese all’anno, sulle oltre 3 milioni assicurate Inail) sono state circa il 40%, pari a 1,8 miliardi di euro, sempre che l’azienda sia in regola con gli adempimenti contributivi e assicurativi e con le vigenti disposizioni in materia di sicurezza e salute sul lavoro.

Le ragioni di questo disallineamento tra le somme stanziate annualmente in bilancio e i relativi pagamenti sono da ricercare anche nella mancanza di personale Inail nella gestione delle istruttorie tecniche con la conseguente dilazione dei finanziamenti e nella paura di talune imprese ad avere a che fare con l’Inail (visto come ente controllore).

Nella proposta del Governo troviamo un sostegno ai familiari delle vittime con l’introduzione di borse di studio per i figli fino a una età di 26 anni e c’è anche la stabilizzazione della tutela Inail per oltre un milione tra studenti, personale docente e non, contro gli infortuni nelle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado. Ma per realizzare la campagna straordinaria sulla sicurezza servono pacchetti di ore aggiuntive nella didattica, per trasferire le adeguate conoscenze di base sulla prevenzione ai futuri lavoratori, partendo dai percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto) e nelle esperienze degli stage per tutelare gli allievi e le allieve coinvolte.

A partire dal 2016 Inail ha previsto appositi stanziamenti annui per i progetti di formazione, informazione, assistenza programmi di studio e ricerca scientifica nel campo della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali in materia di salute e sicurezza in ambito lavorativo, impegnando 44 milioni, ma purtroppo ne sono stati spesi solo circa 10.

Anche in questo caso ha una sua logica la decisione di allargare la platea di lavoratori beneficiari della formazione “certificata”, ulteriore a quella obbligatoria, con il coinvolgimento dei fondi interprofessionali e la valorizzazione delle figure deputate a gestire la sicurezza nei luoghi di lavoro come i rappresentanti dei lavoratori e delle imprese; ma serve anche un concreto percorso formativo per i datori di lavoro e soprattutto per l’imprenditoria straniera che a oggi è presente nel nostro Paese con circa 700mila imprese.

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Il Governo ha riconfermato anche le sanzioni penali/amministrative per l’utilizzo illecito di lavoratori, avendo un occhio di riguardo sul rendere effettiva la funzione di deterrenza delle sanzioni oggi poco applicate.

L’aver introdotto la patente a crediti dal 1° ottobre del 2024 e averne rilasciate ad oggi 432.649 nel settore dell’edilizia, anche se criticata da coloro che la chiedevano nell’ultimo decennio, è una buona novità da estendere in tutti i settori. Sulla catena degli appalti c’è la disponibilità del Governo a controlli più efficaci, ma serve superare la logica del massimo ribasso.

Occorre anche operare sul subappalto quando non corrisponde a un’impresa specialistica, dotata di apparecchiature e lavoratori specializzati. Perché queste imprese si aggiudicano l’appalto, ma non lavorano in un cantiere, limitandosi a dividere le lavorazioni ricorrendo al subappalto, dove spesso vengono applicati altri contratti evitando così gli obblighi di formazione e di prevenzione previsti dagli accordi nazionali del settore edile, operando nelle attività lavorative lontane dalla residenza dei propri dipendenti e sfruttando anche cittadini stranieri costretti a lavorare in nero.

Negli ambienti lavorativi siamo di fronte a un processo che vede intersecarsi e crescere, insieme al lavoro tradizionale, l’avvento delle nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale, il lavoro agile, gli strumenti innovativi a tutela della salute (esoscheletri) e della sicurezza (dispositivi indossabili come smartwatch, occhiali intelligenti, orologi che monitorano l’attività fisica, cardiaca e del sonno).

In molti luoghi di lavoro ci sono alcuni aspetti da migliorare come i tempi e i ritmi di lavoro che rappresentano il reale punto debole, il tutto riconducibile a un’organizzazione del lavoro che spesso non è attenta alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Per svolgere più velocemente le lavorazioni purtroppo si sceglie di disattivare le protezioni di sicurezza, di non mettere l’imbragatura quando si opera sulle impalcature oppure di non indossare i dispositivi di protezione individuale, saltando così alcune fasi delle procedure di lavorazione che garantirebbero la protezione necessaria.

Alla fretta va contrapposta una coscienza che non può esimersi dall’aiutare la persona a lavorare con più responsabilità e con più attenzione, unendo la produzione alla sicurezza e alla salute.

Per questo la sicurezza nei luoghi di lavoro non può essere affidata a provvedimenti di emergenza, con le misure adottate in questi anni abbiamo fatto passi in avanti, ma servono soluzioni di sistema come la cultura sulla prevenzione e sulla formazione di qualità e certificata, ulteriori strette penali sul lavoro nero e grigio, più ispettori oltre a quelli assunti negli ultimi mesi e controlli mirati incrociando le banche dati attraverso l’intelligenza artificiale, ridurre i vincoli burocratici e di spesa per  nuove assunzioni a completamento della pianta organica di Inail, altrimenti le proposte presentate ieri dal Governo Meloni non si possono realizzare. Così com’è importante la sua disponibilità a definire una Strategia nazionale in materia di Salute e sicurezza.

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Le proposte, giudicate  interessanti e positive da molti rappresentanti sindacali, saranno oggetto di confronto su tavoli tecnici che verranno attuati dai ministri competenti.

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