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IRES premiale 2025: requisiti per la riduzione al 20%


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Chi può avere accesso all’IRES premiale e a che condizioni? Il punto sui requisiti che le imprese devono rispettare per ottenere la riduzione dell’imposta dal 24% al 20%

Ad introdurre l’IRES premiale è stata la Legge di Bilancio 2025. La misura è in vigore dallo scorso 1° gennaio 2025 e consiste in una diminuzione dell’aliquota dell’imposta.

Nel rispetto di determinati requisiti le imprese possono ricevere una riduzione dell’IRES dal 24% al 20%.

Lo strumento è un’agevolazione fiscale di notevole rilievo per le imprese che intendono reinvestire i propri utili in determinate attività strategiche.

Lo scopo è quello di favorire la crescita economica attraverso investimenti in beni strumentale e nuove assunzioni da parte delle aziende.

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Le condizioni che devono essere rispettate per ottenere l’agevolazione interessano diversi ambiti: dalla cassa integrazione ai requisiti occupazionali, passando per la destinazione degli utili.

I dettagli sui requisiti per ottenere la riduzione dell’IRES, in attesa della pubblicazione del decreto attuativo.

IRES premiale: i requisiti per ottenere la riduzione dell’imposta

L’IRES premiale, chiamata anche “mini IRES”, è stata introdotta dalla Manovra 2025. Le regole per l’accesso all’agevolazione sono stabilite dall’articolo 1, commi da 436 a 444, della legge n. 207 del 30 dicembre 2024.

Nel rispetto di determinati requisiti, piuttosto stringenti, per il periodo d’imposta 2025 le imprese possono vedere ridotta l’aliquota IRES dal 24% al 20%.

Prima di analizzare nello specifico le condizioni da rispettare per ottenere il vantaggio fiscale è opportuno, però, specificare i potenziali destinatari dello strumento di incentivo agli investimenti e all’occupazione.

L’accesso all’agevolazione fiscale è riservato alle società e agli enti di cui all’articolo 73, comma 1, lettere a), b) e d), del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, ovvero del TUIR (Testo Unico delle imposte sui redditi).

L’aliquota IRES ridotta al 20% può essere applicata ai seguenti soggetti:

  • società per azioni e in accomandita per azioni, società a responsabilità limitata, società cooperative e società di mutua assicurazione, nonché a società europee di cui al regolamento (CE) n. 2157/2001 e a società cooperative europee di cui al regolamento (CE) n. 1435/2003 residenti nel territorio dello Stato;
  • enti pubblici e privati diversi dalle società, nonché trust, residenti nel territorio dello Stato, che hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali;
  • società e enti di ogni tipo, compresi i trust, con o senza personalità giuridica, non residenti nel territorio dello Stato.

Di contro, l’agevolazione non può essere ottenuta da soggetti che si trovano in particolari situazioni.

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L’esclusione è, ad esempio, prevista per le società che applicano regimi forfettari per la determinazione del reddito.

Allo stesso modo sono escluse dall’applicazione dell’IRES premiale le imprese in liquidazione o soggette a procedure concorsuali con finalità di liquidazione.

Infine, la misura non si può applicare alle società costituite nel 2025. Tale esclusione è legata al fatto che le società in questione non hanno utili nel 2024 e quindi non possono essere rispettati alcuni dei requisiti che saranno approfonditi di seguito.

IRES premiale: i requisiti per ottenere la riduzione dell’imposta

I requisiti per l’accesso all’IRES premiale sono piuttosto stringenti.

Tra questi c’è la rinuncia all’adesione alla cassa integrazione. Tale rinuncia deve essere prevista per i periodi d’imposta 2024 e 2025, sono quindi escluse in partenza le imprese che hanno utilizzato lo strumento lo scorso anno.

È tuttavia prevista un’eccezione, che riguarda una delle causali stabilite dall’articolo 11 del decreto legislativo n. 148/15. Nello specifico, la deroga interessa esclusivamente la causale prevista dalla lettera a): non è precluso l’accesso alla mini IRES se la cassa integrazione è stata utilizzata in presenza di situazioni aziendali dovute a eventi transitori e non imputabili all’impresa o ai dipendenti, incluse le intemperie stagionali.

Un ulteriore requisito riguarda l’occupazione del personale dell’azienda. La media degli occupati negli anni 2022, 2023 e 2024, non deve essere inferiore a quella del 2025. Per il calcolo è opportuno fare riferimento alle ULA, le unità lavorative per anno, prendendo in considerazione sia le unità che le frazioni di unità.

 

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Si devono prendere come riferimento tre valori:

  • il numero di dipendenti;
  • il numero di mesi di lavoro;
  • le ore di lavoro, stabilite dal contratto di assunzione nel rispetto del CCNL adottato.

Utilizzando le ULA si dovrà calcolare la media del triennio 2022-2024 e confrontare il valore con quello del 2025. Se quest’ultimo è superiore la condizione è rispettata.

Un ulteriore requisito da rispettare è quello legato all’incremento occupazionale: il numero di assunzioni con contratto a tempo indeterminato deve portare all’aumento dell’occupazione almeno l’1% nel 2025.

L’incremento può essere soddisfatto sia con l’assunzione di nuovi dipendenti che con la stabilizzazione dei lavoratori con contratti già in essere, ad esempio a tempo determinato. Per garantire il rispetto della condizione si deve confrontare la media dei dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato nell’anno 2024 con quella del 2025 e l’aumento deve essere in ogni caso almeno pari a un’unità.

Devono inoltre essere rispettati requisiti in relazione alla destinazione degli utili realizzati dall’impresa.

Per prima cosa deve essere previsto il mantenimento in azienda di almeno l’80% degli utili dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2024.

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Una specifica quota degli investimenti deve essere reinvestita in beni strumentali di Transizione 4.0 e 5.0: almeno il 30% degli investimenti indicati in precedenza. La quota degli investimenti non deve essere inferiore al 24% degli utili dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2023 e comunque di un importo di almeno 20 mila euro.

Gli investimenti devono essere effettuati nella finestra temporale compresa tra il 1° gennaio 2025 e il 31 ottobre 2026, ovvero la scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2025 (per i soggetti in cui l’esercizio coincide con l’anno solare).

Gli investimenti da effettuare, che possono avvenire anche per mezzo di contratti di locazione finanziaria, sono i seguenti:

  • investimenti in beni strumentali che rientrano nel piano Transizione 4.0, di cui agli allegati A e B alla legge n. 232 del 2016;
  • investimenti in beni strumentali ricompresi in quelli del piano Transizione 5.0, di cui all’articolo 38 del decreto-legge n. 19 del 2024.

Nel rispetto di quest’ultimo requisito, e degli altri analizzati in precedenza, le imprese possono accedere ai vantaggi dell’IRES premiale in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2025.



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